giovedì 17 dicembre 2015

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
sono passati tanti anni da quando ti ho scritto una lettera l'ultima volta.
E' tanto che non credo più a te, Babbo Natale. 
In realtà non me lo ricordo come una cosa traumatica. E' stato peggio scoprire che il Principe Azzurro non esisteva, nonostante ci sia chi si traveste con tanto di cavallo e costume scintillante! Oh si, quello è stato decisamente più brutto.
E' stato anche molto deludente scoprire che non potevo trasformarmi davanti a tutti in una fata o che non potevo andare sull'isola che non c'è. Molto seccante.
Tu ovviamente sai molto bene che i bambini crescendo perdono un sacco di cose.
Si è vero, smettono di credere in tante stupidaggini. Ma sono sciocchezze sul serio o siamo noi adulti che non riusciamo più a vedere alcune cose?
Oh mamma, ho detto -NOI adulti-, ecco, sono passata dall'altra parte della barricata. Addio mondo crudele! Non sono più una bimba sperduta.
Sai cos'è? E' che quando ero piccola non mi vergognavo mai di quante cose desiderassi -Voglio questo e voglio anche quello! - Più ne desideravo di cose e più mi sentivo felice. 
Adesso mi sento un po' in difficoltà. Non so bene cosa desiderare ora che sono più grande.
E' ovvio che vorrei delle cose, prettamente materiali e non, ma ora esistono delle signore chiamate "maturità e raziocinio" che vanno a pesare tutto, che palle!
Tante cose mi sono passate per la testa Babbo Natale: la pace nel mondo, salute e benessere per me e i miei cari, riavere chi non c'è più, sogni nel cassetto ecc. 
Ma tra tutte queste ne vorrei una molto preziosa e che tutti dimenticano: voglio ricordare sempre la bambina dentro di me. Quella speranza cieca, quella gioia e quella meraviglia le devo trattenere con me tutta la vita. Mi servono proprio.
Questo lo puoi fare, vero?


-L.M




mercoledì 16 dicembre 2015

Fari nel buio



Listen to -------> Sigur Ros - Hoppipolla






Percorrevo in macchina una strada che faccio tutti i giorni ma ieri mi sembrava di vederla per la prima volta.
La mia strada di ritorno a casa ha un lungo tratto che sale in collina.

Non so per quale motivo. Mentre ascoltavo una canzone che già conoscevo e i fari illuminavano la strada, mi sembrava di vederla completamente diversa. Metro dopo metro finalmente la vedevo, quasi il tempo si dilatasse.

La strada era la mia vita. Non è altro che un percorso, spesso in salita. E' così, possiamo vedere soltanto quel metro per volta, quello che percorriamo in quel momento, quello che illuminano i fari. Quello che c'è dopo è nel buio. Potevo quasi vedermi dall'esterno. Si è bambini, poi senza accorgersene si è adulti, poi si lascia spazio agli altri. E' una cosa piccola in un certo senso ma contiene l'infinito.
Il mio percorso è solo uno fra i tanti, ma non sarà mai uguale a quello di qualcun'altro.

E allora ti chiedi nel buio della notte. Se adesso la strada finisse e si spegnessero i fari andrebbe bene comunque? 
La mia risposta è stata: SI.

Immagino voglia dire che sto vivendo. Bene o male, sto vivendo.


- L.M.




giovedì 10 dicembre 2015

Nero

Nessuna speranza nemmeno per gli ottimisti. Paura a muoversi. Paura per amici lontani. Paura anche per chi non si conosce. Zero prospettive. Zero miglioramenti, anzi. È tutto così nero che diventa difficile anche focalizzarsi sulle piccole gioie. Il nero dove colpirà? Quanto vicino colpirà?  Verrà da dentro o da fuori? Quelli più fortunati si avveleneranno da soli. A casa loro, rimpinzandosi corpo e mente di oro marcio. Libero arbitrio?  Illusi. Tutti illusi.

- L.M



lunedì 23 novembre 2015

Oggi parla la RABBIA

Sono giorni che mi chiedo se sia giusto scrivere quando si ha uno stato d'animo del genere.
Tendenzialmente vorrei parlare di cose allegre o divertenti, che rendano piacevole la lettura.
Ma oggi proprio no, questi giorni proprio non me ne frega niente. 
Sono amareggiata, demoralizzata, disillusa. Non per la mia vita privata, oh no, quella ancora mi fa sentire una persona fortunata.
Mi riferisco a questo schifo di mondo. Se me ne accorgo soltanto ora?? Certo che no.
Solo che la corazza di protezione che mi ergo intorno a un certo punto non regge più. 
E torno a sentire tutto. Tutto, ma proprio tutto. 
Dal cane che sta solo per strada, ad un video struggente nel web.
Per una cosa che capita più vicina a me. Per un pensiero che mi tocca nelle viscere e che prima non mi aveva incrociata.
Prima di quel preciso momento, riuscivo ad avere il controllo e l'attimo dopo provo soltanto dolore e rabbia.
La cosa peggiore è che mentre "noi" facciamo ancora parte della fetta più "fortunata" del mondo, noi siamo anche gli unici che avrebbero potuto fare qualcosa. Noi abbiamo gli strumenti, noi possiamo, potevamo. Potremmo.
Invece no. Perché chi come noi ha la fortuna di avere un tetto sopra la testa, acqua calda, cibo in casa e anche una macchina non pensa mai a quelli che stanno davvero peggio, pensa solo a chi ha di più.
Andiamo al lavoro, mangiamo, andiamo a dormire, paghiamo le tasse, ci entrano in tasca i soldi sufficienti per farci l'uscita il fine settimana ma non quelli per realizzare i nostri progetti di vita.
E nessuno fa una beata ceppa.
E allora signori mentre pensiamo a come comprarci quelle scarpe, o a come permetterci il prossimo Iphone (me compresa). Posso dire soltanto una cosa: la nostra vita non ha prospettive, quella dei disperati che stanno morendo meno che mai. 
Sappiate soltanto che SIAMO TUTTI COLPEVOLI.

- L. M. 



mercoledì 11 novembre 2015

Ballare - I miei pensieri adolescenti

Listen while reading ______ The Cinematic Orchestra - To Build a Home




Esprimere la passione, il desiderio
la disperazione, la rabbia.
Il corpo freme
le vibrazioni accendono i sensi
la musica possiede il corpo
con tutta la sua forza, con tutta la sua violenza              
allora ti abbandoni
non puoi fare altro
un brivido intenso
percorre l’intera schiena
per morire in un sussulto.

Un sussulto
che sembra pretendere
voglia di corpi
voglia di contatto.
L’emozione toglie quasi il fiato
tutto sembra scemare
come se stesse per spegnersi
per tornare all’origine.                                                                 
                                                                            
Ma poi
di nuovo l’onda, la scossa

la spinta da dentro
di nuovo abbandono ai sensi
ai grovigli dell’anima
visibili a tutti.
Nuda.


- L.M.

martedì 10 novembre 2015

Inspired by "Romeo & Juliet" - I miei pensieri adolescenti













Listen to ---------> Des'ree - I'm kissing you



La luna si nasconde dietro il palmo della mano

Gioca furba con la notte che li protegge                                                      

Se la si guarda attentamente si può vedere che sorride

Ogni notte, da sempre

Si emoziona nel guardare l’amore sotto le stelle

Le stelle che anch’esse spiano curiose

Sono forse un pò gelose

Belle... eternamente belle, ma sole

Sole come tutte le creature più perfette

Sole come un’entità a sé

Che può guardare l'intero mondo

Ma il mondo vive senza di essa

La più atroce delle condanne.

A cosa serve la bellezza?

Quei due piccoli pallidi corpi in lontananza, lo sanno.

Se solo gli altri potessero capire, soltanto immaginare

La luna si domanda cos’è quell’alone

Che la sfiora, che la fa rabbrividire

Quell’alone che viene da quei due corpi

Non capisce

Proprio come gli altri, nessuno può.

Ma piange.

Perché si è resa conto

Che quei due piccoli pallidi corpi in lontananza

Con la loro esistenza mortale,

E futile

erano felici.


- L.M.









Fame di viaggiare





La fame di viaggiare, credo sia la fame di vivere. Una sua faccia.

La paura intima che hanno tutti, di spegnersi e non aver vissuto abbastanza.

Il terrore dell’oblio, di non rimanere, di scomparire nella memoria.

Il sole è sempre sole, ma scalda diversamente a seconda di dove ti trovi, di come ti senti.

Quante case abbiamo? Spero una in ogni luogo del mondo.

Il viaggio regala il brivido dell’ignoto, è quasi un pizzico nelle viscere: incertezza, timore.

Per un attimo si fa un salto nel vuoto.

E’ solo un momento poi, non c’è solo scoperta ma un “riconoscere”.

Qualcosa che scopriamo essere stato sempre lì, solo che lo avevamo dimenticato.

Allora comprendi che la tua casa è il mondo, che la tua casa sei tu.

Tu in armonia con esso.

- L.M.




                        





lunedì 26 ottobre 2015

In ciclo veritas

Immagino sia inutile citare il famosissimo "In vino veritas", no?
Senza parlare dell'evoluzione odierna del detto: "In vino veritas, in vodka figuriamocis".

Abbiamo alzato il livello oggi eh?!

Oggi voglio parlarvi di quanto il ciclo mestruale femminile (...perché ce n'è uno maschile pure?) influisca a tirar fuori la nostra parte più vera e sincera. 
Il luogo comune è che faccia diventare tutte noi delle pazze isteriche, che ci metta di cattivo umore. Alcune di noi insieme alla sindrome mestruale soffrono di rabbia canina e peste bubbonica contemporaneamente. 
Poi ci sono quelle come me che frignano come se non ci fosse un domani.
Va beh siccome io frigno già di mio, il discorso del ciclo è soltanto una scusa per non sembrare schizofrenica! Ma fatemi sentire normale almeno una volta, vi prego!

Quindi, dicevamo ci sono varie categorie di donne in fase mestruale.
C'è quella che da quando si alza già sta male, non può andare al lavoro, non può andare a scuola, non può fare movimento, le fanno male i reni, le ginocchia, la schiena, il sedere, la testa. "No non posso uscire, ho il ciclo. non posso fare l'amore ho il ciclo" - va beh facciamo che muori subito, ok???? Così ci togliamo tutti questo peso.

Poi c'è la tipa incazzata. Mette giù il piede dal letto ed è proprio nera! Con chi? Col ciclo ovviamente!!!!!
E di conseguenza anche col ragazzo, con  l'amica, con la madre, col fratello, col vicino di casa, con l'autista! E non ultimo... con tutto il mondo di Facebook: "Ao oggi non me dovete proprio da cagà il cavolo, che non è aria, se semo capiti?" - Va beh scusa allora! (Poi ti viene naturale pensare - ma chi ti si caga? Però quella già è nervosa di suo, meglio lasciar perdere).

Poi come nel mio caso, c'è quella: "Oh mamma mi viene da piangere non so perché! Non riesco a trattenermi" - e giù fazzoletti e occhi gonfi!
Passi il film strappalacrime, passi il telefilm adolescenziale, passi rivedere la foto di quando eri bambina, ma quando piangi pure davanti alla pubblicità del formaggino Mio, fattele due domande no???" Tu non c'hai il ciclo c'hai una crisi esistenziale! 

E per finire c'è quella che con la scusa del periodo X si mangia questo mondo e quell'altro. Guarda caso poi tutte cose che contengono almeno il doppio del fabbisogno calorico giornaliero: Nutella, Coca cola, patatine (2 buste almeno), caramelle e quant'altro. Ovviamente c'è quella che è rotonda tutto il mese allora passa direttamente al frigorifero intero! Però le era venuta fame dovuta al ciclo, non era colpa sua, povera.

Lasciamole stare ste donne. Che ne sapete voi di quello che passiamo noi?

La verità, appunto, è che probabilmente questo periodo mensile è per noi una piccola presa di coscienza di quello che patiremo in quanto donne, in quanto madri un giorno. Parlo di parto e non solo.
Quindi uomini cari, visto che dovete preoccuparvi solo della punta dei vostri piedi (lo dico con amore s'intende)... concedeteci un po' di follia, in questo caso... a RATE!

- L.M.



venerdì 23 ottobre 2015

Write or die


Tutti temiamo la morte.


Ognuno la concepisce in maniera diversa, trova spiegazioni differenti.

Ma di fronte ad essa siamo tutti bimbi terrorizzati, non possiamo farci nulla. E' l'unica cosa che ci rende totalmente impotenti.

Nessuno sa come e quando morirà. L'incognito. Il buio.

Ma ancora più che la morte, temiamo il morire in solitudine. Le persone anziane mi danno sensazioni contrastanti ad esempio: tenerezza e paura. Loro sono più vicine forse a quel momento, sono sole? Sono tristi? Sono soddisfatte? Vorrebbero cambiare qualcosa? Possono ancora farlo?
Inutile dire che in ogni situazione ci spaventi facciamo una proiezione di noi stessi. Io come sarò? Sarò felice? Sarò solo?

Cazzo speriamo di si, perché poi non si può tornare indietro e ricominciare da capo!

Questo pensiero ci attraversa la mente, poi sorridiamo e via, si torna a pensare alla vita: devo fare quello, devo andare lì, devo comprare questo...
Abbiamo riempito, ci hanno riempito la vita di cose inutili, di cose non "vitali".
E ce la facciamo sotto quando ci rendiamo conto per un momento di cosa siamo e di dove andremo a finire. Poi fuggiamo da quel pensiero come conigli.

Io ho paura, lo ammetto. Ma ancor di più ho paura di essere dimenticata, che tutti questi assillanti pensieri, queste emozioni prepotenti finiscano nel vuoto del silenzio.
Questo temo veramente. Che la mia vita sia solo una delle tante e che non rimanga traccia di questo infinito che ho dentro.

Per questo ho sempre scritto, sin da bambina; sui quaderni, nel buio della mia camera, rivolgendomi a chissà quale alter ego.

Tutti dovremmo trovare un modo per fregare la morte, per sopravvivere in un eco dopo la nostra esistenza. In qualsiasi modo esso sia.

Io scrivo per non dimenticare, per non essere dimenticata. In modo che un domani qualcuno legga ciò che ho provato e si riconosca in quell'emozione. In quel preciso momento, io vivrò ancora.



- L.M.




lunedì 19 ottobre 2015

Wanderlust





Wanderlust - dal dizionario Garzanti: amore (m.) per i viaggi; spirito (m.) vagabondo.

Sin dalla prima volta che mi sono imbattuta in questo termine mi sono immediatamente riconosciuta.
C'è chi parla di una vera e propria sindrome, chi addirittura di un gene nel DNA. Io ce l'ho sicuramente.

In sociologia Wanderlust ( vedi fonte) significa desiderio di viaggiare, di fare nuove esperienze, vedere nuovi posti, vivere la libertà e l'emozione di essere stranieri.

Mi riconosco al 100% in questa definizione. In ogni mio viaggio, breve o lungo che sia stato, mi sono sentita talmente a mio agio in questo stato d'animo da sentirmi finalmente "a casa".
Questo mi è successo praticamente in ogni posto dove io sia stata.

Forse questo è dipeso dal fatto che quando siamo in terra straniera stiamo vivendo inconsapevolmente più a fondo. Perché? Perché vedere posti nuovi, lontani da quelle che sono le nostre abitudini, certezze e comfort ci porta a capire quanto noi siamo solo un piccolo frammento di qualcosa di enorme.

E vederlo nelle sue sfaccettature più variegate ci allarga i sensi un po' di più, allungandoci la vita un po' di più.

Le parola "normale" diventa così relativa da sembrare quasi ridicola.

Passeggiando tra i vicoli di una città, allo stesso tempo così diversa e familiare, o fiancheggiando le sponde del Danubio, trovo alcuni dei miei ricordi più emozionanti.

Una sensazione indefinita di grande brivido e intensità, che ogni volta mi fa sentire come se fossi al posto giusto, viva.




Tolkien diceva "Not all those who wander are lost"

(Non tutti quelli che vagano sono persi)




- L.M.










mercoledì 14 ottobre 2015

Quando sarò grande...


Quando siamo bambini crediamo che realizzeremo tutti i nostri sogni. Prima di tutto perché non conosciamo abbastanza la vita da sapere quanto può essere amara e dura. Poi perché pensiamo di meritarcelo, di essere più fortunati.

E' giustissimo così, la vita da bambini sembra il paese dei balocchi, qualcosa che è nato allo scopo di accontentarci e renderci felici. "Io farò, io diventerò, io vedrò."

Man mano che cresciamo però cominciamo a vedere le persone intorno a noi, le cose che accadono intorno a noi ma crediamo ancora che per noi sarà diverso. Perché noi siamo diversi, perché noi siamo migliori. Crediamo ciecamente che realizzeremo i nostri progetti, che il destino sarà dolce con noi. "Quello a me non capiterà, succede ad altri mica a me - Io certi errori non li farò mai."

Una marea di stronzate.

Dopo la fase turbolenta e di transizione che si chiama adolescenza torniamo lucidi un pochino. C'è chi ci mette poco o chi ci mette tanto. Arriva il momento in cui ti rendi conto che quel "io sarò, io farò" non è più così lontano. Che se non cominci ora, forse non lo farai più.

Che forse non sei fortunato come credevi, che devi scalare le montagne per ottenere qualcosa che desideri. E non è detto che tu ci riesca.

Poi arriva anche un'altra presa di coscienza. Non solo non è detto che tu ottenga ciò che vuoi, ma una volta ottenuto potresti anche perderlo. Tutto può trasformarsi da favola ad abisso nel giro di un minuto.

E non esiste una scadenza di tempo che ti metta al riparo da questo.

E' una scommessa tutti i giorni, che si tratti di: salute, lavoro, amicizie, amore, progetti conquistati.

Arriva un'età, un momento in cui, se sei abbastanza coscienzioso ti rendi conto che oltre a lamentarti per quello che non hai devi ringraziare il cielo se non ti è piombata addosso una disgrazia o un problema che non si possa risolvere.

Siamo tutti illusi che la nostra vita sarà scintillante e al riparo da cattiverie e dolori.
Forse troppo tardi capiamo che la vita è un dono: brutto o bello che sia. Che ogni cavolo di giorno è qualcosa che non torna mai più. Non c'è il tasto rewind.

Beh, quando ci sei dentro a questo stato d'animo ti fa cagare sotto. E' tutto lì: vivere o morire, amare o scappare, sorridere o piangere, respirare o annegare.


- L.M.






venerdì 9 ottobre 2015

La principessa sul camion



Confessatelo!                                                          

Siamo tutte un po' ambivalenti. Abbiamo tutte un lato preciso, a modo, elegante: il lato principessa!

E poi un altro lato un po', come dire... TAMARRO, il lato camionista!

Per esempio il mio ragazzo a volte mi chiama Luigi! (...Si, l'ho scritto veramente, ora tutti lo sapranno e non posso più tornare indietro. Argh!) Mi chiama così in onore di questa parte di me più eccentrica, diciamo, e più sboccata. Che ogni tanto all'improvviso salta fuori! ZAAC!

Ma non sono l'unica a cui cade la corona, vero?

Credo siano entrambi lati di noi reali. In quanto donne siamo indirizzate sin da bambine dalla famiglia e dalla società ad avere un certo comportamento, posato, femminile appunto.

Ma se vivessimo allo stato selvatico senza fronzoli, strutture e pregiudizi come saremmo?

Ve lo dico io: saremmo tutte scaricatori di porto!

Alcune di noi tirano fuori questa parte più facilmente, altre la reprimono, procurandosi stress, ansia e a volte ulcere.

Ma io credo sia presente in ognuna di noi. E per vivere meglio ed in pace con noi stesse dovremmo esserne consapevoli e non combatterla.

Io sono LouiSe, quella mezza francese, bionda con gli occhi azzurri, tutta caruccia e femminile. E poi sotto sotto sono anche Luigi! Quella che se ne esce con una frase e tutte le persone intorno sgranano gli occhi, pensando: l'ha detto veramente? 


Accettate lo scaricatore di porto che è in voi, amatelo, tanto non lo potete uccidere, ogni tanto fatelo respirare!

- L.M. 




martedì 6 ottobre 2015

Emozioni Confuse



Scusate se a volte scrivo a raffica e a volte invece non mi esce nulla.

Io sono proprio così: un momento euforica sulla cima più alta del mondo ed un momento sono chiusa, assorta nei pensieri. Sto benissimo eh, non è una malattia si chiama essere lunatici!

Devo solo seguire il flusso interiore; ormai un po' lo conosco ed è inutile accanirmi devo accettarlo. Io sono così, e va più che bene.

Una cosa che ultimamente ho imparato a conoscere di me e che mi rende felice è stata la scoperta delle emozioni confuse.

Vi è mai capitato o succede solo a me? (non mi stupirei nemmeno di questo!)

Me ne sono resa conto più di una volta in macchina: mentre ascoltavo una canzone che mi evocava qualcosa.

Può essere qualcosa in particolare o anche nulla di ben definito ma ad un certo punto mi è piombata addosso l'emozione confusa! Ho il vago sospetto sia un tipo di emozione evoluta (tipo Pokémon!) rispetto a quelle che si hanno quando si è più adolescenti.

Arriva in genere come un ricordo lontano o nostalgico, per poi divenire in un crescendo una sensazione di forza e calma interiore che ti lascia senza fiato per la gioia.

Cioè quando le cose sono andate, finite però riaffiorano non lasciano più soltanto l'amaro. Cavolo no!

Adesso lasciano quella nostalgia mista a commozione che mi urla dentro: nulla è perso, è tutto dentro di te.


Oppure avviene esattamente il contrario: ti senti felice, troppo; e mentre assapori quella sensazione ti rendi conto che quell'istante, quel preciso istante non tornerà più, e allora diventa una gioia velata di tristezza.

Non so più nemmeno io se mi sto commuovendo per il magone in gola o per il sorriso schiaffato in faccia. Non riesco a capirne fino in fondo il senso ma a quel punto so che non tutto va spiegato: è vita, è reale e senza giudizi. Bello da morire!


- L.M.


giovedì 1 ottobre 2015

Respira sei vivo

Ascolta mentre leggi, clicca qui _____ Ludovico Einaudi - Experience

Quanto tempo sprechiamo.
Così impegnati a ricordarci il dolore, o persone e luoghi che non ci appartengono più.

Così frustrati e proiettati verso obiettivi lontani ed effimeri.
Così intrappolati, condizionati dal passato che non vediamo cosa succede davanti ai nostri occhi, sotto il nostro naso.
Così impegnati a sognare il futuro che non assaporiamo nemmeno l'attimo in cui lo immaginiamo.

La vita è adesso, è ora, mentre scrivo e mentre ascolto. Mentre ti penso, mentre ti abbraccio, mentre mi sento viva.


- L.M.  
         

mercoledì 30 settembre 2015

Siediti lungo la riva del fiume e aspetta


Proverbio cinese


Salve a tutti, dopo qualche giorno di prima conoscenza è arrivato il momento di svelarvi una cosa. Lo vedete questo proverbio cinese?

Ebbene... è vero! Non solo vero, ma verissimo! Confutato e quasi scientificamente provato!

Non importa se qualcuno vi abbia mentito, ferito, ingannato, tradito... Io vi consiglio a gran voce di NON vendicarvi mai!

Perché? Beh perché se quel qualcuno è stato così meschino da farvi un torto (più o meno grave) tra quelli sopra elencati, non è che per fargliela pagare bisogna ridursi ad avere il suo stesso comportamento.
Mi spiego: quando mi è capitato di essere stata ferita/delusa in maniera assai pesante non è che io sia un angioletto e non abbia avuto il raptus, per un attimo, di prendermi la rivincita ripagando il colpevole con la stessa moneta. Ci sono mille modi per far affondare un avversario: chiamate anonime, rivelazione di segreti, oppure veri e propri vasi/cocktails/altro in faccia.

Però? ...Dopo quel momento fugace di rabbia è sempre tornata la quiete a bloccarmi. Una voce interiore che mi diceva: FERMA! Dimentica ogni arma in tuo possesso!
Il mio dolore, la mia delusione erano sempre più puliti di qualsiasi altra cosa.


E lì scattava il proverbio cinese!!!! Ahahahahahah!


Sempre, e dico sempre, anche se ormai le persone che vi hanno ferito non ve le ricordate neanche più, ad un certo punto passa questo benedetto cadavere.... Poi magari voi sulla riva del fiume ci stavate per farvi i fatti vostri, a bere un caffé o uno Spritz... però OOPS! Eccolo lì che spunta, il morto galleggiante! (E' una metafora, s'intende, ci mancherebbe!)
Ogni volta, presto o tardi, i cadaveri dei miei "nemici" sono passati nel fiume.

Quindi, morale della favola: Io sono stata una gran signora a non muovere neanche un dito, ma non potete impedirmi di goderne almeno un po' se alla fine vedo passare quel cadavere. Sono sensibile ma mica sono un monaco tibetano!

La vendetta è sporca, faticosa, incosciente e soprattutto molto poco CHIC!

State seduti comodi, ci pensa la vita a farlo per voi!

Il male non si augura a nessuno, e io sono talmente fessa che non ci riuscirei neanche volendo.

Però se uno raccoglie ciò che ha seminato... quando giunge l'ora, concedetemi di aver pensato un piccolo, misero e innocuo..... TIE'!!!


- L.M.


martedì 29 settembre 2015

Piccole per sempre

Oggi è il compleanno del mio papà. Sono molto fortunata ad averlo, anche se il mio, ahimé, vive lontano.

I padri scatenano le emozioni più infantili e viscerali in una figlia.

Davanti a loro siamo sempre delle piccole bimbe con lo sguardo pieno di ammirazione, non importa quanti anni abbiamo.

Anche quando ci deludono, anche quando non si comportano come ci aspettiamo noi siamo sempre lì a pendere dalle loro labbra e a sperare nella loro approvazione.

Il papà di una ragazza è l'eroe dall'armatura scintillante, può farvi anche piangere ma guai a chi ve lo tocca!

Come tutte le persone, anche le più sensibili, crescendo ci costruiamo delle corazze che ci proteggono almeno in superficie da tutte le cose che ci rendono troppo fragili.

Col mio papà non funziona mai. Zero corazze, zero rancori e zero maturità.

Se guardo un film mi chiedo se a lui piacerebbe; se sono con lui e succede qualcosa di buffo mi giro per vedere se stia ridendo. Se lui ride, rido anch'io.

Quando mi saluta, gli dico "ciao" in fretta e furia per nascondere le lacrime.

Non importa quanto posso essere diventata donna e adulta, quando si tratta di lui, non posso far altro che sentirmi una bambina piccola che vuole essere abbracciata. Sempre.

- L.M.



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lunedì 28 settembre 2015

Abbracci



Abbracci profondi, abbracci nascosti.

Abbracci sussurrati, abbracci violenti.

Abbracci che si aggrappano, abbracci che si abbandonano.

Abbracci senza nome, abbracci d'addio.

Abbracci potenti.

Tutto intorno il nulla.

- L.M.


venerdì 25 settembre 2015

Donna Leggera

Avete mai pensato a quanto possiamo apparire leggere noi donne?

Ci basta a volte un abito o un rossetto nuovo per sembrare completamente diverse, per sentirci diverse. Passiamo dalle lacrime più amare alla risata più fragorosa nell'arco di 2 secondi e mezzo. Che cretine!

Una donna può tutto, può sembrare una perfetta scema ed al tempo stesso essere la creatura più affascinante del pianeta.
Siamo capaci di catturare sguardi e non sentirci mai all'altezza.
Una donna è così: fluttuante, rumorosa, insicura.
Quella leggerezza ce l’abbiamo solo noi. E’ il motivo per cui gli uomini si legano a noi. Ne hanno bisogno anche se non ne sono coscienti.

Dietro quel sorriso volubile c’è una sensazione, un’idea. C’è l’illusione che tutto è possibile.

Tutto è possibile perché noi donne lo rendiamo possibile.
- L.M.

Ciao! Welcome!


Ciao a tutti! (C'è nessuno...??)

Va beh, si sa che bisogna rivolgersi a qualcuno, anche per dire una stupidaggine!

Mi chiamo LouiSe (see, ma va?), ho 2*BIP anni e sto cercando di scoprire cosa voglio fare da grande. Boni! ...non me mettete ansia, c'è tempo.



Per chi se lo chiedesse la parola francese BOUDOIR indica la stanza da letto di una signora. Ma un tempo aveva un significato più specifico. Era la stanza in cui una ragazza beneducata era mandata quando aveva la luna storta. Boudoir deriva infatti dal verbo "bouder", che significa tenere il broncio. (Cioè in pratica invece di dire alle ragazze - Vattene aff***! - le dicevano - vai nel Boudoir cara! -). Beh, io oltre questo ci vedo il luogo dove una ragazza può essere libera di esprimersi, dove può togliere la maschera ed essere se stessa.
Un luogo molto intimo e schifosamente reale insomma.
Ecco, io non so di preciso perché ho deciso di aprire un blog, forse avevo bisogno di un posto dove dire le cose che non sempre diciamo, quelle che è meglio tacere.
Oh, poi mica è detto che ci riesco. Può anche darsi che mi stufo. E niente, volevo darvi il mio benvenuto, anche se non so ancora bene a cosa! 
- L.M.