lunedì 26 ottobre 2015

In ciclo veritas

Immagino sia inutile citare il famosissimo "In vino veritas", no?
Senza parlare dell'evoluzione odierna del detto: "In vino veritas, in vodka figuriamocis".

Abbiamo alzato il livello oggi eh?!

Oggi voglio parlarvi di quanto il ciclo mestruale femminile (...perché ce n'è uno maschile pure?) influisca a tirar fuori la nostra parte più vera e sincera. 
Il luogo comune è che faccia diventare tutte noi delle pazze isteriche, che ci metta di cattivo umore. Alcune di noi insieme alla sindrome mestruale soffrono di rabbia canina e peste bubbonica contemporaneamente. 
Poi ci sono quelle come me che frignano come se non ci fosse un domani.
Va beh siccome io frigno già di mio, il discorso del ciclo è soltanto una scusa per non sembrare schizofrenica! Ma fatemi sentire normale almeno una volta, vi prego!

Quindi, dicevamo ci sono varie categorie di donne in fase mestruale.
C'è quella che da quando si alza già sta male, non può andare al lavoro, non può andare a scuola, non può fare movimento, le fanno male i reni, le ginocchia, la schiena, il sedere, la testa. "No non posso uscire, ho il ciclo. non posso fare l'amore ho il ciclo" - va beh facciamo che muori subito, ok???? Così ci togliamo tutti questo peso.

Poi c'è la tipa incazzata. Mette giù il piede dal letto ed è proprio nera! Con chi? Col ciclo ovviamente!!!!!
E di conseguenza anche col ragazzo, con  l'amica, con la madre, col fratello, col vicino di casa, con l'autista! E non ultimo... con tutto il mondo di Facebook: "Ao oggi non me dovete proprio da cagà il cavolo, che non è aria, se semo capiti?" - Va beh scusa allora! (Poi ti viene naturale pensare - ma chi ti si caga? Però quella già è nervosa di suo, meglio lasciar perdere).

Poi come nel mio caso, c'è quella: "Oh mamma mi viene da piangere non so perché! Non riesco a trattenermi" - e giù fazzoletti e occhi gonfi!
Passi il film strappalacrime, passi il telefilm adolescenziale, passi rivedere la foto di quando eri bambina, ma quando piangi pure davanti alla pubblicità del formaggino Mio, fattele due domande no???" Tu non c'hai il ciclo c'hai una crisi esistenziale! 

E per finire c'è quella che con la scusa del periodo X si mangia questo mondo e quell'altro. Guarda caso poi tutte cose che contengono almeno il doppio del fabbisogno calorico giornaliero: Nutella, Coca cola, patatine (2 buste almeno), caramelle e quant'altro. Ovviamente c'è quella che è rotonda tutto il mese allora passa direttamente al frigorifero intero! Però le era venuta fame dovuta al ciclo, non era colpa sua, povera.

Lasciamole stare ste donne. Che ne sapete voi di quello che passiamo noi?

La verità, appunto, è che probabilmente questo periodo mensile è per noi una piccola presa di coscienza di quello che patiremo in quanto donne, in quanto madri un giorno. Parlo di parto e non solo.
Quindi uomini cari, visto che dovete preoccuparvi solo della punta dei vostri piedi (lo dico con amore s'intende)... concedeteci un po' di follia, in questo caso... a RATE!

- L.M.



venerdì 23 ottobre 2015

Write or die


Tutti temiamo la morte.


Ognuno la concepisce in maniera diversa, trova spiegazioni differenti.

Ma di fronte ad essa siamo tutti bimbi terrorizzati, non possiamo farci nulla. E' l'unica cosa che ci rende totalmente impotenti.

Nessuno sa come e quando morirà. L'incognito. Il buio.

Ma ancora più che la morte, temiamo il morire in solitudine. Le persone anziane mi danno sensazioni contrastanti ad esempio: tenerezza e paura. Loro sono più vicine forse a quel momento, sono sole? Sono tristi? Sono soddisfatte? Vorrebbero cambiare qualcosa? Possono ancora farlo?
Inutile dire che in ogni situazione ci spaventi facciamo una proiezione di noi stessi. Io come sarò? Sarò felice? Sarò solo?

Cazzo speriamo di si, perché poi non si può tornare indietro e ricominciare da capo!

Questo pensiero ci attraversa la mente, poi sorridiamo e via, si torna a pensare alla vita: devo fare quello, devo andare lì, devo comprare questo...
Abbiamo riempito, ci hanno riempito la vita di cose inutili, di cose non "vitali".
E ce la facciamo sotto quando ci rendiamo conto per un momento di cosa siamo e di dove andremo a finire. Poi fuggiamo da quel pensiero come conigli.

Io ho paura, lo ammetto. Ma ancor di più ho paura di essere dimenticata, che tutti questi assillanti pensieri, queste emozioni prepotenti finiscano nel vuoto del silenzio.
Questo temo veramente. Che la mia vita sia solo una delle tante e che non rimanga traccia di questo infinito che ho dentro.

Per questo ho sempre scritto, sin da bambina; sui quaderni, nel buio della mia camera, rivolgendomi a chissà quale alter ego.

Tutti dovremmo trovare un modo per fregare la morte, per sopravvivere in un eco dopo la nostra esistenza. In qualsiasi modo esso sia.

Io scrivo per non dimenticare, per non essere dimenticata. In modo che un domani qualcuno legga ciò che ho provato e si riconosca in quell'emozione. In quel preciso momento, io vivrò ancora.



- L.M.




lunedì 19 ottobre 2015

Wanderlust





Wanderlust - dal dizionario Garzanti: amore (m.) per i viaggi; spirito (m.) vagabondo.

Sin dalla prima volta che mi sono imbattuta in questo termine mi sono immediatamente riconosciuta.
C'è chi parla di una vera e propria sindrome, chi addirittura di un gene nel DNA. Io ce l'ho sicuramente.

In sociologia Wanderlust ( vedi fonte) significa desiderio di viaggiare, di fare nuove esperienze, vedere nuovi posti, vivere la libertà e l'emozione di essere stranieri.

Mi riconosco al 100% in questa definizione. In ogni mio viaggio, breve o lungo che sia stato, mi sono sentita talmente a mio agio in questo stato d'animo da sentirmi finalmente "a casa".
Questo mi è successo praticamente in ogni posto dove io sia stata.

Forse questo è dipeso dal fatto che quando siamo in terra straniera stiamo vivendo inconsapevolmente più a fondo. Perché? Perché vedere posti nuovi, lontani da quelle che sono le nostre abitudini, certezze e comfort ci porta a capire quanto noi siamo solo un piccolo frammento di qualcosa di enorme.

E vederlo nelle sue sfaccettature più variegate ci allarga i sensi un po' di più, allungandoci la vita un po' di più.

Le parola "normale" diventa così relativa da sembrare quasi ridicola.

Passeggiando tra i vicoli di una città, allo stesso tempo così diversa e familiare, o fiancheggiando le sponde del Danubio, trovo alcuni dei miei ricordi più emozionanti.

Una sensazione indefinita di grande brivido e intensità, che ogni volta mi fa sentire come se fossi al posto giusto, viva.




Tolkien diceva "Not all those who wander are lost"

(Non tutti quelli che vagano sono persi)




- L.M.










mercoledì 14 ottobre 2015

Quando sarò grande...


Quando siamo bambini crediamo che realizzeremo tutti i nostri sogni. Prima di tutto perché non conosciamo abbastanza la vita da sapere quanto può essere amara e dura. Poi perché pensiamo di meritarcelo, di essere più fortunati.

E' giustissimo così, la vita da bambini sembra il paese dei balocchi, qualcosa che è nato allo scopo di accontentarci e renderci felici. "Io farò, io diventerò, io vedrò."

Man mano che cresciamo però cominciamo a vedere le persone intorno a noi, le cose che accadono intorno a noi ma crediamo ancora che per noi sarà diverso. Perché noi siamo diversi, perché noi siamo migliori. Crediamo ciecamente che realizzeremo i nostri progetti, che il destino sarà dolce con noi. "Quello a me non capiterà, succede ad altri mica a me - Io certi errori non li farò mai."

Una marea di stronzate.

Dopo la fase turbolenta e di transizione che si chiama adolescenza torniamo lucidi un pochino. C'è chi ci mette poco o chi ci mette tanto. Arriva il momento in cui ti rendi conto che quel "io sarò, io farò" non è più così lontano. Che se non cominci ora, forse non lo farai più.

Che forse non sei fortunato come credevi, che devi scalare le montagne per ottenere qualcosa che desideri. E non è detto che tu ci riesca.

Poi arriva anche un'altra presa di coscienza. Non solo non è detto che tu ottenga ciò che vuoi, ma una volta ottenuto potresti anche perderlo. Tutto può trasformarsi da favola ad abisso nel giro di un minuto.

E non esiste una scadenza di tempo che ti metta al riparo da questo.

E' una scommessa tutti i giorni, che si tratti di: salute, lavoro, amicizie, amore, progetti conquistati.

Arriva un'età, un momento in cui, se sei abbastanza coscienzioso ti rendi conto che oltre a lamentarti per quello che non hai devi ringraziare il cielo se non ti è piombata addosso una disgrazia o un problema che non si possa risolvere.

Siamo tutti illusi che la nostra vita sarà scintillante e al riparo da cattiverie e dolori.
Forse troppo tardi capiamo che la vita è un dono: brutto o bello che sia. Che ogni cavolo di giorno è qualcosa che non torna mai più. Non c'è il tasto rewind.

Beh, quando ci sei dentro a questo stato d'animo ti fa cagare sotto. E' tutto lì: vivere o morire, amare o scappare, sorridere o piangere, respirare o annegare.


- L.M.






venerdì 9 ottobre 2015

La principessa sul camion



Confessatelo!                                                          

Siamo tutte un po' ambivalenti. Abbiamo tutte un lato preciso, a modo, elegante: il lato principessa!

E poi un altro lato un po', come dire... TAMARRO, il lato camionista!

Per esempio il mio ragazzo a volte mi chiama Luigi! (...Si, l'ho scritto veramente, ora tutti lo sapranno e non posso più tornare indietro. Argh!) Mi chiama così in onore di questa parte di me più eccentrica, diciamo, e più sboccata. Che ogni tanto all'improvviso salta fuori! ZAAC!

Ma non sono l'unica a cui cade la corona, vero?

Credo siano entrambi lati di noi reali. In quanto donne siamo indirizzate sin da bambine dalla famiglia e dalla società ad avere un certo comportamento, posato, femminile appunto.

Ma se vivessimo allo stato selvatico senza fronzoli, strutture e pregiudizi come saremmo?

Ve lo dico io: saremmo tutte scaricatori di porto!

Alcune di noi tirano fuori questa parte più facilmente, altre la reprimono, procurandosi stress, ansia e a volte ulcere.

Ma io credo sia presente in ognuna di noi. E per vivere meglio ed in pace con noi stesse dovremmo esserne consapevoli e non combatterla.

Io sono LouiSe, quella mezza francese, bionda con gli occhi azzurri, tutta caruccia e femminile. E poi sotto sotto sono anche Luigi! Quella che se ne esce con una frase e tutte le persone intorno sgranano gli occhi, pensando: l'ha detto veramente? 


Accettate lo scaricatore di porto che è in voi, amatelo, tanto non lo potete uccidere, ogni tanto fatelo respirare!

- L.M. 




martedì 6 ottobre 2015

Emozioni Confuse



Scusate se a volte scrivo a raffica e a volte invece non mi esce nulla.

Io sono proprio così: un momento euforica sulla cima più alta del mondo ed un momento sono chiusa, assorta nei pensieri. Sto benissimo eh, non è una malattia si chiama essere lunatici!

Devo solo seguire il flusso interiore; ormai un po' lo conosco ed è inutile accanirmi devo accettarlo. Io sono così, e va più che bene.

Una cosa che ultimamente ho imparato a conoscere di me e che mi rende felice è stata la scoperta delle emozioni confuse.

Vi è mai capitato o succede solo a me? (non mi stupirei nemmeno di questo!)

Me ne sono resa conto più di una volta in macchina: mentre ascoltavo una canzone che mi evocava qualcosa.

Può essere qualcosa in particolare o anche nulla di ben definito ma ad un certo punto mi è piombata addosso l'emozione confusa! Ho il vago sospetto sia un tipo di emozione evoluta (tipo Pokémon!) rispetto a quelle che si hanno quando si è più adolescenti.

Arriva in genere come un ricordo lontano o nostalgico, per poi divenire in un crescendo una sensazione di forza e calma interiore che ti lascia senza fiato per la gioia.

Cioè quando le cose sono andate, finite però riaffiorano non lasciano più soltanto l'amaro. Cavolo no!

Adesso lasciano quella nostalgia mista a commozione che mi urla dentro: nulla è perso, è tutto dentro di te.


Oppure avviene esattamente il contrario: ti senti felice, troppo; e mentre assapori quella sensazione ti rendi conto che quell'istante, quel preciso istante non tornerà più, e allora diventa una gioia velata di tristezza.

Non so più nemmeno io se mi sto commuovendo per il magone in gola o per il sorriso schiaffato in faccia. Non riesco a capirne fino in fondo il senso ma a quel punto so che non tutto va spiegato: è vita, è reale e senza giudizi. Bello da morire!


- L.M.


giovedì 1 ottobre 2015

Respira sei vivo

Ascolta mentre leggi, clicca qui _____ Ludovico Einaudi - Experience

Quanto tempo sprechiamo.
Così impegnati a ricordarci il dolore, o persone e luoghi che non ci appartengono più.

Così frustrati e proiettati verso obiettivi lontani ed effimeri.
Così intrappolati, condizionati dal passato che non vediamo cosa succede davanti ai nostri occhi, sotto il nostro naso.
Così impegnati a sognare il futuro che non assaporiamo nemmeno l'attimo in cui lo immaginiamo.

La vita è adesso, è ora, mentre scrivo e mentre ascolto. Mentre ti penso, mentre ti abbraccio, mentre mi sento viva.


- L.M.