venerdì 23 ottobre 2015

Write or die


Tutti temiamo la morte.


Ognuno la concepisce in maniera diversa, trova spiegazioni differenti.

Ma di fronte ad essa siamo tutti bimbi terrorizzati, non possiamo farci nulla. E' l'unica cosa che ci rende totalmente impotenti.

Nessuno sa come e quando morirà. L'incognito. Il buio.

Ma ancora più che la morte, temiamo il morire in solitudine. Le persone anziane mi danno sensazioni contrastanti ad esempio: tenerezza e paura. Loro sono più vicine forse a quel momento, sono sole? Sono tristi? Sono soddisfatte? Vorrebbero cambiare qualcosa? Possono ancora farlo?
Inutile dire che in ogni situazione ci spaventi facciamo una proiezione di noi stessi. Io come sarò? Sarò felice? Sarò solo?

Cazzo speriamo di si, perché poi non si può tornare indietro e ricominciare da capo!

Questo pensiero ci attraversa la mente, poi sorridiamo e via, si torna a pensare alla vita: devo fare quello, devo andare lì, devo comprare questo...
Abbiamo riempito, ci hanno riempito la vita di cose inutili, di cose non "vitali".
E ce la facciamo sotto quando ci rendiamo conto per un momento di cosa siamo e di dove andremo a finire. Poi fuggiamo da quel pensiero come conigli.

Io ho paura, lo ammetto. Ma ancor di più ho paura di essere dimenticata, che tutti questi assillanti pensieri, queste emozioni prepotenti finiscano nel vuoto del silenzio.
Questo temo veramente. Che la mia vita sia solo una delle tante e che non rimanga traccia di questo infinito che ho dentro.

Per questo ho sempre scritto, sin da bambina; sui quaderni, nel buio della mia camera, rivolgendomi a chissà quale alter ego.

Tutti dovremmo trovare un modo per fregare la morte, per sopravvivere in un eco dopo la nostra esistenza. In qualsiasi modo esso sia.

Io scrivo per non dimenticare, per non essere dimenticata. In modo che un domani qualcuno legga ciò che ho provato e si riconosca in quell'emozione. In quel preciso momento, io vivrò ancora.



- L.M.




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