Wanderlust - dal dizionario Garzanti: amore (m.) per i viaggi; spirito (m.) vagabondo.
Sin dalla prima volta che mi sono imbattuta in questo termine mi sono immediatamente riconosciuta.
C'è chi parla di una vera e propria sindrome, chi addirittura di un gene nel DNA. Io ce l'ho sicuramente.
In sociologia Wanderlust ( vedi fonte) significa desiderio di viaggiare, di fare nuove esperienze, vedere nuovi posti, vivere la libertà e l'emozione di essere stranieri.
Mi riconosco al 100% in questa definizione. In ogni mio viaggio, breve o lungo che sia stato, mi sono sentita talmente a mio agio in questo stato d'animo da sentirmi finalmente "a casa".
Questo mi è successo praticamente in ogni posto dove io sia stata.
Forse questo è dipeso dal fatto che quando siamo in terra straniera stiamo vivendo inconsapevolmente più a fondo. Perché? Perché vedere posti nuovi, lontani da quelle che sono le nostre abitudini, certezze e comfort ci porta a capire quanto noi siamo solo un piccolo frammento di qualcosa di enorme.
E vederlo nelle sue sfaccettature più variegate ci allarga i sensi un po' di più, allungandoci la vita un po' di più.
Le parola "normale" diventa così relativa da sembrare quasi ridicola.
Passeggiando tra i vicoli di una città, allo stesso tempo così diversa e familiare, o fiancheggiando le sponde del Danubio, trovo alcuni dei miei ricordi più emozionanti.
Una sensazione indefinita di grande brivido e intensità, che ogni volta mi fa sentire come se fossi al posto giusto, viva.
Tolkien diceva "Not all those who wander are lost"
(Non tutti quelli che vagano sono persi)
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